Riscoprire il piacere di passeggiare per vicoli e vicoletti di piccoli borghi, ascoltare il silenzio delle case, delle strade, inebriarsi di odori che sanno di buono e autentico è un’esperienza intima che ci riconcilia con noi stessi. Forse per questo poeti e scrittori famosi come Ludovico Ariosto, Gabriele D’Annunzio, Alessandro Manzoni e Giosuè Carducci, per citarne solo alcuni, hanno dedicato ai borghi racconti e rime esaltandone il paesaggio e la loro storia. Il loro valore è stato capito anche nell’ultimo Recovery plan dove tra i progetti che riceveranno i finanziamenti europei rientrano espressamente quelli sui borghi e luoghi storici perché proprio da questi tesori del nostro patrimonio artistico e culturale, riscoperti da un nuovo modo di viaggiare dettato dalla pandemia, si può far ripartire il turismo del nostro Paese. In questo processo di riqualificazione, rilancio e comunicazione di nuove mete che riscoprono tradizioni e storia la luce gioca un ruolo strategico perché, se ben progettata, può essere uno strumento molto potente per creare e ricostruire situazioni e atmosfere, comunicare messaggi. Progettare la luce per gli spazi storici significa riportare la corretta e originaria percezione di un luogo, valorizzarne l’identità culturale, recuperare la sua memoria storica, renderlo più fruibile anche grazie alla gestione dinamica dell’illuminazione che permette di costruire percorsi, trasmettere conoscenza e rendere ancora più affascinante e articolata la scoperta del nostro ricchissimo patrimonio artistico e culturale che è fatto non solo di monumenti e opere d’arte ma anche di bellissimi borghi e centri storici.

Per raggiungere questi obiettivi il concetto di well -lighting è fondamentale. Per il progettista illuminare il patrimonio artistico e culturale diventa una sfida dove l’uso sapiente della luce significa progettare la luce in termini di qualità e quantità, studiare il contesto e la storia di un luogo, di un palazzo, di uno spazio per individuare anche gli apparecchi e i materiali “giusti”. E in questa sfida anche il ruolo delle aziende produttrici di apparecchi di illuminazione diventa molto importante che devono studiare e progettare sistemi e prodotti sempre più “su misura” alle esigenze di una progettazione che non deve puntare solo all’innovazione ma anche al recupero della cultura e della tradizione.

 

Di questo e di altro si parlerà in un webinar gratuito che sto organizzando per AIDI che si svolgerà l’11 maggio, dalle ore 16,00 alle ore 18,00, sul ruolo della luce nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. L’argomento sarò introdotto da Antonella Ranaldi soprintendente Archeologia, Paesaggio e Belle Arti della città metropolitana di Milano. A seguire ci sarà un dibattito ampio e articolato, moderato all’architetto e docente dell’Università di Bologna Alessandro Marata, con esponenti del mondo delle aziende, delle utility e dei progettisti.

 

Per partecipare registrarsi al link  http://aidiculturadellaluce.it/it/registrazione.html

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