Il design è una fantastica opportunità per approfondire il nostro rapporto con il mondo che ci circonda. Il legame che abbiamo quotidianamente con gli oggetti d’uso è di natura prevalentemente sensoriale ed emozionale: la loro dimensione, la forma, il materiale, il colore, il suono o la silenziosità rappresentano tutti elementi con i quali entriamo in relazione con essi.  Pensiamo a una lampada. Chi compra una lampada solo per illuminare una stanza? Quasi nessuno. La si compra per la sua forma, il suo colore, per i giochi di luce che proietta sulle pareti o per l’atmosfera che crea. Questo vale anche per una poltrona, per una cucina o per un vaso di fiori. Ogni oggetto che acquistiamo parla di noi, dei nostri gusti, del nostro stile, delle nostre emozioni. Il design quindi dà senso, significato agli oggetti, li rende preziosi, unici in un mondo sempre più globalizzato dove nell’abbondanza degli oggetti prodotti comporta si perde il valore della differenza, dell’io, delle differenze culturali per esaltare l’unificazione delle idee e dei comportamenti. Oggi, infatti, ci troviamo di fronte ad un processo di colonizzazione dell’immaginario che nell’insieme delle sue differenze era una delle forze dell’umanità, e che ora viene uniformato, omologato, omogeneizzato. In questo contesto dove domina il cosiddetto “pensiero “unico” non sembra esserci più spazio per la differenza.

Tuttavia, la globalizzazione, in quanto fenomeno a più dimensioni che apporta ‘conseguenze disomogenee’, può suscitare anche speranze di trasformazioni profonde e propositive, nuove condizioni di consapevolezza e modalità di conoscenza che portano con sé anche le potenzialità di un rinnovamento sociale, etico e politico che possono alimentare la tensione innovativa del design. Il design è creatività, stimola connessioni, pensiero, dibattito, amore per i materiali, di cui ne esalta le caratteristiche uniche e peculiari di ciascuno.  Il design diventa quindi, sempre di più, un’occasione fondamentale per recuperare il concetto di bellezza intrinseca che ciascun oggetto, persona e luogo possiede per mediare tra tradizione e innovazione e riportarci una visione più “intima” e più fisica di un mondo sempre più tecnologico e dematerializzato.

Cosa ne pensate?

Light + Building 2016
2 Comments
  1. Il design è tutto intorno a noi che influenza le nostre emozioni ed esperienze e quindi la nostra salute e benessere. Design e salute! Quindi potremmo collegare la nostra salute al design e creare un design salutogeno che promuova la nostra salute e il nostro benessere.

  2. Mariella

    L’attenzione alla salute e al benessere anche attraverso l’architettura e il design è un approccio che diventa sempre più fondamentale nella progettazione e costruzione di oggetti, spazi e luoghi che possono migliorare la qualità dell’individuo. Il salutogenico dovrebbe diventare un approccio mentale, un nuovo modo di ripensare gli spazi egli ambienti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

cancella il moduloInvia